giovedì 17 aprile 2008

Joy Division. Broken heart romance



Joy Division. Broken heart romance

Marco Di Marco

pp. 320 - € 18,50

In libreria dal: 28-03-2008
Nel 2000 il compianto dj della bbc John Peel chiese agli ascoltatori di votare per la migliore canzone del millennio: nei primi tre posti si classificarono ben due brani dei Joy Division, Atmosphere e Love Will Tear Us Apart. La band di Manchester nacque dalle ceneri della rivoluzione punk ed era capitanata dalla figura intensa e tragica di Ian Curtis, che si tolse la vita a soli ventitré anni nel maggio del 1980.
A dispetto di una carriera brevissima, i Joy Division rappresentarono la perfetta incarnazione del desolato paesaggio urbano dell’Inghilterra post-industriale, tradotto in una miscela musicale originalissima fatta di sonorità scarne e metalliche. Una terra di nessuno dominata dal gelo, dall’oscurità, dal fallimento, dalla perdita di controllo, dall’isolamento: tutte parole chiave nei testi di Curtis, leader carismatico dei Joy Division. Questo libro è un viaggio nell’universo lirico e nel cosmo profondamente umano di quel poeta visionario, che ha saputo dare al suo disagio – ma anche a quello di un’intera generazione, disillusa e stritolata dalla recessione economica – una rilevanza più ampia nutrendo il proprio immaginario apocalittico di numerosi e spesso enigmatici riferimenti letterari: da Ballard a Kafka, da Dostoevskji a Burroughs.

Marco Di Marco. Nato nel 1976, è autore della monografia Air. French Touch (Arcana, 2003). Collabora con la rivista «Il mucchio selvaggio», ha pubblicato racconti su «Linus» e nel 2007 è stato inserito nell’antologia di scrittori esordienti Voi siete qui (Minimum fax).

giovedì 10 aprile 2008

Ci siamo quasi




Due dei 750000 candidati premier imegnati in queste ultime ore di campagna elettorale ci hanno donato oggi delle perle di saggezza di tutto rispetto e soprattutto perle di saggezza che nessun altro premier di tutto il mondo reale o fantastico ha mai osato neanche pensare a pochi giorni dalle elezioni.
Berlusconi ha definito la SANTADECHE' una "sberla" (che in milanese vuol dire bella gnoccona)
e lei per tutta risposta ha dichiarato "Silvio ossessionato da me, tanto io non gliela dò".
Ti prego Italia non continuare a sprofondare non dare tributo al trionfo della volgarità, della banalità e soprattutto al trionfo della destra fatta di Billionaire e Marie Di Filippi. Ci hanno rincoglioniti, ma non credo fino a sto punto!!!

Approfitto di questo spazio anche per proporvi una lettere inviata ieri alla redazione di ANNOZERO:

Caro Santoro,

le scrivo da Agropoli una ridente cittadina nella tanto martoriata, Campania (conoscendo le sue origini immagino la conosca). Stasera annoiato dalle vuote e demoralizzanti parole dei candidati leader ho sentito il bisogno di rifugiarmi su internet e cercare nel web qualcosa che ripagasse la totale assenza di spessore istituzionale a cui il nostro malato popolo sembra ormai essere assuefatto. In questa mia affannosa ricerca mi sono imbattuto in due dei simboli a mio avviso
più rappresentativi del senso di appartenenza alle istituzioni e allo stato:
Falcone e Borsellino.
In particolare c’è un passaggio che mi ha commosso ovvero quello in cui Falcone, alla domanda di un giornalista che gli chiede “chi glielo fa fare”, lui risponde “lo spirito di servizio”.
Negli ultimi anni la forza dello spirito di questi due eroi è stato offuscato dalle romanzesche ricostruzioni di fiction trasmesse solo in occasione di anniversari particolari. Mi piacerebbe che ogni giorno tutte le reti dedicassero anche solo un minuto al ricordo di questi ed altri martiri, ma forse non è possibile perchè i responsabili politici di queste morti ancora condizionano l’informazione.
A questo proposito chiedo a lei, che ormai sembra essere uno dei pochissimi, insieme a Costanzo, sensibili alla questione, di approfittare della puntata di Giovedi per dedicare un minuto al ricordo di questo “spirito di servizio”. Magari i neo eletti vengono assaliti anche loro da questo senso delle istituzioni e avviano questa tanto necessaria quanto lontana rivoluzione morale che
in Italia è l’unica e vera priorità!


Cordiali saluti

Carmine

P.S. Ieri in una intervista Buttiglione ha confermato che la vera grande questione in Italia è la questione morale che solo l'UDC sostiene atraverso i principi cristiani.
Allora dico Buttigliò: VAFFANCULO!!!!!!!!

stazione...un buon punto di partenza

stazione...un buon punto di partenza
St. Raphael