giovedì 31 maggio 2007

QUAND'ERO PICCOLO

Potrei cominciare così: "quand'ero piccolo m'innamoravo di tutto...". Sì, quando ero piccolo mi entusiasmavo subito per qualunque cosa fosse aggregazione, dibattito, ascolto. E anche la politica per un velocissimo momento mi era sembrata questo. il mio umanesimo era semplice ma verace, mi interessava l'uomo, ho sempre voluto capire il perché del suo agire. e c'era questa spinta ad aggregarmi con altra gente, mi è sempre piaciuto stare in mezzo alla gente, mi dava sicurezza, mi divertiva, mi faceva sentire vivo il muoversi insieme per un qualcosa comune. una volta, una volta sola, forse c'eravate anche voi, non ricordo, sono andata a una riunione dei giovani socialisti. potevo avere sedici anni al massimo, ne sono uscito deluso, amareggiato: c'era gente della mia età o poco più grande che già parlava come i politici della televisione, in quel linguaggio che non appartiene alla gioventù, quel linguaggio che usa tante parole per non dire nulla, una cantilena compromissoria, un lessico buracratico e freddo. non volevo questo, pensavo che i giovani – tutti i giovani – dovessero parlarsi in modo diverso, di cose diverse da segretariato giovanile, organi di sezione, bacino dell'elettorato. non mi interessava, l'avevo capito. ma allora con chi è che dovevo stare? sì, ok, noi, i dischi, le sigarette, gli alcolici, le feste, le pomiciate. un'adolescenza serena e divertente, con la giusta dose di essenza maudit. incancellabile, nelle immagini, negli odori, nelle liquidità di alcuni sguardi e delle bocche delle ragazze. indimenticabile, per quello che siamo stati, per dove siamo stati (ricordate? notti semitempestose sui massi del porto, oui lulù c'est moi!), per tutti i pomeriggi al sole. ma poi? la provincia mi ha dato tante cose, ma non un sentimento civile, una coscienza politica. e quel poco che ho sfiorato mi ha fatto schifo. per me restare ai margini, non significa necessariamente mettere le bombe, significa restare coerenti, portare avanti i propri valori nel proprio ambito, giorno per giorno: io mi batto tutti i giorni perché non vengano pubblicate emerite stronzate o cattive scritture, faccio la mia infinitesimale parte, ma la faccio ogni mattina. tutto questo sistema cerco di sfruttarlo strumentalmente alle mie idee, e cerco di sguacciarci dentro il meno possibile, cerco di non cadere nella trappola del consumismo, o nella facile bugia dell'immagine, cerco l'informazione verace per quanto posso, misuro la profondità delle persone secondo i parametri della tolleranza. non ha nessuna importanza per me spostarsi a destra, al centro, a sinistra, io sto solo sempre dalla mia parte e dalla vostra, chiunque voi siate, io sto dalla parte dell'uomo.

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stazione...un buon punto di partenza

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St. Raphael